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Economia-Lavoro: l'Italia vista da Enrico

 

1. l’Italia è fallita ?
2. con quali strategie possiamo difendere il declino del nostro tenore e qualità di vita ?
3. è possibile la crescita o , nel nostro caso, è più appropriato parlare di passaggio dal Medioevo al Rinascimento evocato nel libro?

I prossimi anni , si i prossimi anni e non i prossimi mesi perche' l'agonia è di per se lenta, ci diranno se l'Italia è realmente fallita.
Ma di sicuro vista l'insipienza e il livello di corruzione della classe politica - anche se un'inattesa ripresa economica mondiale, un cambiamento radicale della politica economica tedesca e quindi europea, o una italica ed improbabile genialata dell'ultima ora ci salvasse da un fallimento tecnico - si può già dichiarare fallita           l 'organizzazione dello stato degli ultimi decenni, basata sulla ricerca del consenso ad ogni costo, sulle scelte politiche annunciate, seguendo i vari sondaggi d'opinione, e comunque mai attuate, sull'occupazione di ogni spazio pubblico da parte dei partiti e sulla creazione di organismi, enti e società create esclusivamente per concedere denaro, visibilità e potere ai tanti soggetti di quel ampio segmento del paese ora noto  come "casta". Tali organismi oltre ad essere costosi ed inutili, hanno ostacolato il normale sviluppo economico creando sovrapposizioni operative e regolamentari alla faccia delle semplificazioni burocratiche quotidianamente richieste, in un paese dove nonostante i sei livelli elettivi di rappresentanza politica dalle circoscrizioni !!! all'Europa, le decisioni vengono prese nell'interesse di pochi da un ristretto gruppo di politici ed attuate da inamovibili e immarcescibili "manager pubblici".
Detto questo, fermandoci a valutare la situazione attuale , la strategia migliore per chi può farlo è trasferirsi con tutti i suoi averi in un paese europeo appena "normale" e poi trascorrere il tempo libero e le vacanze in Italia , luogo ideale per viverci - visto il clima, le bellezze paesagistiche ed architettoniche e l'alimentazione -, ma non per lavorare ed investire.  Per gli sfortunati che non possano scegliere l'abbandono del paese natio, non vi sono purtroppo nuove o risolutive possibilità di difendere il proprio tenore di vita e si resta sul vecchio e saggio consiglio di diversificare al massimo gli investimenti e di fruire della concorrenza, nei rari casi in cui c'è, per risparmiare sui costi e sulle spese.
E poi ? Non credo che la storia si ripeta e quindi nessuna possibilità di un Rinascimento, ma al verificarsi di una serie di circostanze concomitanti e fortunate, che dovrebbero riguardare sia il panorama internazionale ( segni di uscita dalla crisi e di ripresa delle economie globali ), che molto di più, ma perciò più difficilmente, il panorama interno   ( affermarsi di una nuova classe politica appena decente ed affidabile), si potrebbe ridisegnare così una nuova crescita culturale ed economica basata su maggior coesione nazionale, semplificazione dell'architettura dello stato con maggiori poteri decisionali e maggiori conseguenti responsabilità, semplificazione e sburocratizzazione dell'amministrazione con minori divieti ma con nessuna tolleranza verso chi li superi, diminuizione della pressione fiscale ampliando in primis la platea dei soggetti con una vera lotta all'evasione fiscale e ridistribuendo la pressione residua, trasferendola da chi produce lavoro a chi utilizza le rendite ( di posizione, finanziare, immobiliari ). Mercato totalmente aperto alla vera concorrenza ed attenzione all'istruzione ed alla meritocrazia in ogni settore.
In un quinquennio si potrebbe "risorgere".
Io ci voglio sperare, ma realisticamente non mi sembra probabile.                                  Enrico
 

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