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Economia-Lavoro: una ripresa da piangere

Certamente, a dieci anni dalla prima edizione del libro e cinque dalla seconda,  mancano ancora dieci anni affinchè  si possa verificare se quanto previsto accadrà veramente ed ancora ulteriori dieci per vedere un’Italia moderna, giusta e civile.
In ogni caso è da giudicare una buona premessa il fatto che i giornali, radio e televisioni mettano in evidenza e in onda sempre con maggior frequenza la disonestà della maggioranza (non certo tutti) dei nostri governanti e l’ingiustizia delle loro leggi che salvaguardano i loro personali interessi a spese degli interessi di tutti. Buono il lavoro di Renzi , se non altro per il decisionismo e le “facce nuove” ma il cancro del debito pubblico costituisce un imbuto per qualsivoglia ripresa s’intraveda all’orizzonte. Essa  avverrà solo quando le persone normali vedranno ridimensionati drasticamente i privilegi di tutti coloro che si sono arricchiti con “vitalizi familiari” autoassegnati con “abusi d’ufficio”, quando vedrà la carcerazione e restituzione del “mal tolto”di chi prende tangenti o evade le tasse che solo così potranno tornare ad un livello normale cioè di non oltre la metà di quello che ora si paga oltretutto per servizi da terzo Mondo. Stavolta Enrico Letta dice il giusto: occorre disintegrare gli sprechi pubblici, ora o mai più e mai più significa l’ufficializzazione del fallimento dell’Italia al pari se non peggio delle Grecia. Se non lo farà l’asfaltatore Renzi  chi mai potrà ?
Le riforme , giuste o imperfette che siano, sono condizione necessaria ma non sufficiente per ricostruire la fiducia della gente comune nella giustizia e nel comportamento corretto di chi governa senza fare gli “strafalcioni dei governi tecnici” oramai e finalmente “sputtanati” più di quelli politici. Questa fiducia è misurabile nel numero di persone che votano. Oggi il partito di maggioranza assoluta è l’astensionismo, cioè quello delle persone che non credono nella democrazia ma di vivere in una dittatura di incapaci e disonesti.  E gli incapaci e disonesti , prima o poi, vengono cacciati con la forza dal popolo esasperato. E’ una regola storica.
Sempre nel tema dell’esasperazione, andando a qualche esempio pratico, non passa giorno senza che un cittadino , seppur preso da altri interessi o impegni non debba adirarsi per disservizi. Ieri stavo alla nuova bella stazione ferroviaria di Milano. Volevo anticipare una partenza in treno . Ho dovuto aspettare oltre un’ora per cambiare un biglietto . Se l’avessi fatto in treno avrei dovuto pagare non la differenza ma l’intera tariffa. Non solo ho perso l’occasione  di partire prima ma sono stato costretto a stare oltre un’ora in piedi perché alla stazione di Milano non sono previsti sedili , neppure per anziani o handicappati. Perso tempo , arrivato a Roma, ho preso la metropolitana . Non c’era sulle carrozze neppure un millimetro quadrato senza scritte , le stazioni erano sporche , in pessima manutenzione e puzzolenti . Arrivato alla macchina, sono stati “assalito” ad ogni semaforo da “pulisci” o meglio “sporca vetri” e da  giocolieri che cercavano di divertirmi. Ma non avevo voglia di ridere perché vivere in un’Italia così ridotta c’è solo da piangere .
Resisteremo fino al 2025 o prenderemo i forconi anzitempo ?

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